LA
BALLATA DELL'EROE
Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla
sua terra
Gli avevano dato le mostrine
e le stelle
e il consiglio di vendere
cara la pelle
E quando gli dissero
di andare avanti
troppo lontano
si spinse a cercare
la verità
Ora che è morto la
patria si gloria
di un altro eroe alla memoria
Ma lei che lo amava
aspettava il ritorno
d'un soldato vivo d'un eroe
morto
che ne farà
Se accanto nel letto
le è rimasta la gloria
di una medaglia alla memoria
1968
Parole
e musica di Fabrizio De Andre'
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LA GUERRA DI PIERO
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi
Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentatii
non i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
Così dicevi ed era d'inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
Fermati Piero fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addoso
dei mortri in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di Giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma una divisa di un altro colore
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere a terra coprire il suo sangue
E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
E mentre gli usi questa premura
quello si volta ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono di ogni peccato
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
E mentre il grano ti stava a sentire
dentro le mani stringevi il fucile
dentro la bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi
1968
Parole
e musica di Fabrizio De Andre'
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