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VOCE
DI VEDETTA MORTA
C'è un corpo
in poltiglia
Con crespe
di faccia, affiorante
Sul lezzo
dell'aria sbranata.
Frode la terra.
Forsennato
non piango:
Affar di chi
può e del fango.
Però se ritorni
Tu uomo, di
guerra
A chi ignora
non dire;
Non dire la
cosa, ove l'uomo
E la vita
s'intendono ancora.
Ma afferra
la donna
Una notte,
dopo un gorgo di baci,
Se tornare
potrai;
Soffiale che
nulla del mondo
Redimerà ciò
che è perso
Di noi, i
putrefatti di qui;
Stringile
il cuore a strozzarla:
E se t'ama,
lo capirai nella vita
Più tardi,
o giammai.
Clemente Rebora
Durante la
Prima guerra Mondiale
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