Servizi rischiosi

Immagini in prima linea
corrispondenti di guerra fra censura e libertà

L'inarrestabile reporter tecnologico
le nuove tecnologie dell'informazione
Palestina Hotel
"incidente" il fuoco amico sui giornalisti?

Bombe su Al Jazeera
una TV fastidiosa

I caduti sul lavoro
i reporter uccisi in questa guerra

 

INTERVISTA A JOHN PILGER
l’uomo senza trucco

Quando si legge John Pilger è come se l'Occidente si togliesse il trucco. Le inchieste del giornalista australiano sciolgono il make-up dei media, scrostando i sedimenti ideologici del nostro mondo. Corrispondente dal '62 per i più noti giornali, fondatore di testate giornalistiche, produttore televisivo, regista di documentari e autore di una decina di libri (da I Nuovi Padroni del Mondo ad Agende Nascoste), Pilger è venuto di recente in Italia a ritirare due premi assegnatigli per i documentari sui bambini dell'Iraq e dell'Indonesia.


Lei è stato inviato di guerra su diversi fronti. Che pensa degli eventi del Palestine Hotel?
In guerra è normale che i reporter vengano uccisi. Ma gli sviluppi recenti ci dicono che diventano "bersagli" proprio perché reporter. L'Iraq ne è un esempio. Al-Jazeera è stata bombardata deliberatamente, ed era già stata bombardata in Afghanistan. Gli Usa stanno imitando Israele, il cui esercito mira sia ai giornalisti sia agli attivisti.

Con l'ultima guerra abbiamo visto il giornalismo "embedded": è una novità?
Al contrario, è vecchio quanto la guerra. È un'invenzione degli inglesi. Quando i giornalisti venivano inviati a seguire le guerre - ad esempio in Crimea, nel XIX secolo - andavano al seguito delle truppe. Il primo giornalista che rifiutò di essere "incorporato" fu William Howard Russell del Times, che raccontò la carneficina e gli errori della "Carica dei Seicento", ragion per cui fu accusato di alto tradimento. Durante la Prima e la Seconda guerra mondiale i giornalisti indossavano uniformi e venivano assegnati loro grandi onorari. A casa ho ancora il mio identificativo in Vietnam, dice che sono un maggiore.

Nella Prima Guerra del Golfo non ci furono molti "embedded". Come si soddisfacevano le esigenze dell'informazione diretta?
I sistemi sono diversi. Un altro modello inventato dagli inglesi con le Falkland e riprodotto dagli americani nell'invasione di Grenada del 1983 e di Panama del 1989 era quello del "pool". In quel caso, solo un gruppo selezionato di inviati poteva visitare il fronte e sotto scorta militare. Quando il gruppo tornava indietro poteva riferire agli altri quello che aveva visto. Ovviamente i militari mostravano loro solo ciò che volevano. E così le fonti di informazione erano uguali per tutti. Se qualcuno cercava di fare di testa sua veniva ostracizzato; gli veniva per esempio negato il trasporto, in modo che non potesse più seguire "l’azione".

Quali sono state le ragioni dell'attacco?
Per gli Usa, il Medio Oriente è una zona strategica, come l'Asia Centrale: il loro controllo è fondamentale per risorse e dislocamento geografico, ma soprattutto perché non siano altri a controllarle. Nel caso della Gran Bretagna, la sua classe dirigente non ha mai dimenticato il passato imperiale. La Gran Bretagna è poi il secondo investitore internazionale e il secondo produttore ed esportatore d'armi al mondo. E la maggior parte degli armamenti inglesi vengono venduti agli Usa.

Marco Deserlis, da Donna, supplemento a la Repubblica, 10 maggio 2003