Lei è stato inviato di guerra su diversi fronti.
Che pensa degli eventi del Palestine Hotel? In guerra è
normale che i reporter vengano uccisi. Ma gli sviluppi recenti ci
dicono che diventano "bersagli" proprio perché
reporter. L'Iraq ne è un esempio. Al-Jazeera è stata
bombardata deliberatamente, ed era già stata bombardata in
Afghanistan. Gli Usa stanno imitando Israele, il cui esercito mira
sia ai giornalisti sia agli attivisti.
Con l'ultima guerra abbiamo visto il giornalismo "embedded":
è una novità?
Al contrario, è vecchio quanto la guerra. È un'invenzione
degli inglesi. Quando i giornalisti venivano inviati a seguire le
guerre - ad esempio in Crimea, nel XIX secolo - andavano al seguito
delle truppe. Il primo giornalista che rifiutò di essere
"incorporato" fu William Howard Russell del Times, che
raccontò la carneficina e gli errori della "Carica dei
Seicento", ragion per cui fu accusato di alto tradimento. Durante
la Prima e la Seconda guerra mondiale i giornalisti indossavano
uniformi e venivano assegnati loro grandi onorari. A casa ho ancora
il mio identificativo in Vietnam, dice che sono un maggiore.
Nella Prima Guerra del Golfo non ci furono molti "embedded".
Come si soddisfacevano le esigenze dell'informazione diretta?
I sistemi sono diversi. Un altro modello inventato dagli inglesi
con le Falkland e riprodotto dagli americani nell'invasione di Grenada
del 1983 e di Panama del 1989 era quello del "pool". In
quel caso, solo un gruppo selezionato di inviati poteva visitare
il fronte e sotto scorta militare. Quando il gruppo tornava indietro
poteva riferire agli altri quello che aveva visto. Ovviamente i
militari mostravano loro solo ciò che volevano. E così
le fonti di informazione erano uguali per tutti. Se qualcuno cercava
di fare di testa sua veniva ostracizzato; gli veniva per esempio
negato il trasporto, in modo che non potesse più seguire
"l’azione".
Quali sono state le ragioni dell'attacco?
Per gli Usa, il Medio Oriente è una zona strategica, come
l'Asia Centrale: il loro controllo è fondamentale per risorse
e dislocamento geografico, ma soprattutto perché non siano
altri a controllarle. Nel caso della Gran Bretagna, la sua classe
dirigente non ha mai dimenticato il passato imperiale. La Gran Bretagna
è poi il secondo investitore internazionale e il secondo
produttore ed esportatore d'armi al mondo. E la maggior parte degli
armamenti inglesi vengono venduti agli Usa.
Marco Deserlis, da Donna, supplemento a la Repubblica, 10 maggio
2003
|