La nostra ipotesi di ricerca

Il caso indiano

Il caso algerino

Il caso angolano

LA DECOLONIZZAZIONE IN INDIA

Dopo la prima guerra mondiale la lotta per l'indipendenza si intensificò. Il Parlamento britannico, reagì approvando le leggi Rowlatt che sospesero i diritti civili e introdussero la legge marziale nelle zone dove si erano verificati tumulti e rivolte: ciò provocò un'ulteriore ondata di violenza e disordini. In quest'epoca di agitazioni Mohandas K. Gandhi, invitò il popolo indiano a rispondere alla repressione britannica con la resistenza passiva (Satyagraha).

Dopo il massacro di Amritsar (379 Indiani inermi uccisi dall'esercito di Sua Maestà britannica) la lotta per l'indipendenza si estese e si radicalizzò, poggiando soprattutto sulla politica non violenta di non cooperazione perseguita da Gandhi a partire dal 1920, che invitava a boicottare le merci, le corti di giustizia, le istituzioni scolastiche britanniche, a non cooperare alla vita politica e a rinunciare ai titoli britannici eventualmente detenuti. A giudizio delle autorità britanniche, quelle intraprese da Gandhi erano attività sediziose e, tra il 1922 e il 1942, il leader indiano fu più volte incarcerato.

Il 12 marzo del 1930, in seguito al rifiuto britannico di concedere all'India lo status di dominion (colonia con diritto di autogoverno), Gandhi annunciò che si sarebbe messo alla testa di una violazione di massa del monopolio governativo del sale.
Nel marzo del 1931 il governo britannico concordò una tregua con Gandhi, rilasciato alcuni mesi prima insieme ad altri prigionieri politici, tra cui Jawaharlal Nehru, segretario del Congresso nazionale indiano e suo più stretto compagno di lotta. Nel frattempo la Lega musulmana, temendo un futuro dominio degli induisti, aveva avanzato la richiesta di privilegi speciali all'interno dell'eventuale dominion. Ne risultò una grave controversia, che sfociò in veri e propri scontri tra induisti e musulmani in molte comunità del paese. Ad aggravare i conflitti interni si aggiunsero gli effetti della Grande Depressione, che mise in ginocchio l'economia indiana.

Nel 1935, il Parlamento britannico approvò il Government of India Act (Legge sul governo dell'India), che istituiva organi legislativi autonomi nelle province dell'India britannica e prevedeva la protezione della minoranza musulmana. La legge istituiva inoltre un'assemblea legislativa nazionale bicamerale e un organo esecutivo dipendente dal governo britannico. Seguendo l'orientamento di Gandhi, il popolo indiano approvò queste misure, che entrarono in vigore il 1° aprile 1937.

Nel corso della seconda guerra mondiale, davanti alla minaccia dell'avanzata giapponese, il governo inglese aprì un negoziato con i nazionalisti (1942), ma la mancanza di concessioni sostanziali provocò l'irrigidimento del Partito del Congresso e Gandhi diresse l'ultima, grande campagna di disobbedienza civile.

La completa indipendenza del paese si realizzò solo dopo la fine del secondo conflitto mondiale.

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