Vicolo dei Lavandai

Il vicolo dei lavandai


Milano che cambia.
Milano è una città nella città, un misto tra passato e presente dove sono ancora visibili testimonianze di come era un tempo, angoli talvolta nascosti che nel guardarli sembrano quasi delle cartoline. Oggi quel tempo e quelle vite riaffiorano come fantasmi nelle poesie di Carlo Porta e in qualche «resto» inglobato nella città moderna, come il lavatoio del vicolo Lavandai sul Naviglio Grande, in prossimità della Darsena di Porta Ticinese. Lo storico vicolo prende il nome di un antico lavatoio tuttora esistente, presso il quale molte donne, fino agli anni cinquanta hanno lavato i bucati dei milanesi. E’ il più antico di Milano e presenta la particolarità di avere una tettoia, di ricavare l’acqua non dal naviglio (come normalmente accadeva) ma da una roggia che vi scorre vicino per poi confluirvi.
 
Fullscreen-LogoQR-code-logo
Com'era Milano
La Stazione di Affori: 45.516452, 9.168777
Via Broni: 45.435488, 9.204462
Quartiere Barona: 45.435442, 9.143887
Via Appennini: 45.503760, 9.104190
Le Tre Torri: 45.484357, 9.154058
Conca Fallata: 45.426197, 9.169571
Brera: 45.472110, 9.187703
Vicolo Lavandai: 45.452037, 9.174737
genova: 44.182204, 8.833008
E´ curioso guardare come il vicolo sia intitolato ai lavandai e non alle lavandaie! Questo perché durante l´Ottocento erano gli uomini a svolgere il lavoro di pulizia e lavaggio, lavoratori che, sin dal settecento, si erano perfino riuniti in una confraternita: la Confraternita dei Lavandai.
Qui gli uomini si inginocchiavano sui brellin (cassetta di legno contenente un cuscino rivestito in cuoio) per strofinare i panni sulle caratteristiche pietre inclinate.
Dalla fine ’800 al 1950 viene utilizzato come lavatoio delle classi più povere, che ne ricavarono una vera e propria attività al servizio delle famiglie benestanti.
Milano era una città d’acqua e le donne, I lavandee, armate di sapone, cenere e forza di mani, facevano il bucato nel Naviglio. Anche d’ inverno, quando la nebbia avvolgeva di una patina indistinta colori e contorni.
Le proprietà dell’acqua dei Navigli, prima dell’inquinamento degli ultimi anni, erano tali da garantire un bucato quasi perfetto. Come detersivo, che spesso veniva venduto in loco, si utilizzava la lisciva: un tipo particolare, detto in milanese paltun che aveva la caratteristica di rendere i capi bianchissimi, era ottenuta cuocendo olio e cenere di carbone.
Il vicolo dei lavandai è un luogo incantevole dove con la fantasia si può tornare indietro nel tempo e immaginare i lavoratori dalle schiene curve a lavare i panni immersi nel ruscello.
L.C.

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento