Parco Sempione
Mi diverto. In parco Sempione tanti ce ne sono, di alberi come questo, che si distendono e si contorcono verso uno specchio d’acqua, quasi volessero ammirarsi. Alberi vanitosi, nella loro unicità. Strani questi alberi. Difficili anche da fotografare (e gli alberi non lo sono mai). Tanti sono, appunto, questi alberi, ma uno in particolare ha un posto privilegiato nel mio cuore. E’ brutto alla vista, questo poveretto, ma possiede una cosa speciale: il tronco è talmente inclinato che, volendo, ci si può camminare sopra, dando così l’impressione di camminare verso il cielo, verso una verità, lassù in alto. Papà ci aveva portato là un pomeriggio di sole di tanti anni fa. Avevamo insistito tanto per salirci, io e le mie sorelle, che alla fine ci aveva accordato il permesso, e dopo essere riuscite a superare il primo grosso ramo, eravamo le padrone del mondo. Ci specchiavamo nell’acqua del laghetto: da lassù il mondo intero assumeva una prospettiva inaspettata, si capovolgeva, si allontanava. Così il cielo scendeva in terra, e la terra con tutte le sue “cose brutte” si dissolveva alla leggera brezza che ci accarezzava. Volavamo lontano, ridendo. Sono tornata varie volte a quell’albero, da sola, e sebbene sia ancora speciale per me, non conserva più la stessa magia. Forse perchè gli occhi di una bambina che gioca, a volte, vedono più lontano di quanto si possa immaginare. A.D.
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