L'AGENTE ARANCIO
P. J. Griffiths: bimba con spina bifida.
Prima di decidere il loro uso nel Sudest asiatico, furono studiati circa 26 000 tipi di erbicidi e defolianti.
Tra questi, 6 furono scelti per distruggere la vegetazione della giungla e presero il nome dai colori dei rispettivi contenitori: Agente Violetto, Verde, Blu, Bianco, Arancio e Rosa. Il più micidiale e più usato fu l'Agente Arancio, capace di sfoltire aree di vegetazione particolarmente rigogliosa. La sua composizione chimica vedeva abbinati il defoliante 245-T ( che si deve ad un progetto britannico) e, anche se in minima parte, la diossina, tristemente famosa anche nel nostro paese.
Questa combinazione accelerava il processo di defoliazione su piante e arbusti.
Gli effetti sull'uomo erano devastanti. Con l'operazione "Ranch Hand" si riuscì a spargere l'Agente Arancio su un area vasta quanto lo Stato di Israele. Alla fine della guerra il Vietnam era stato contaminato da quantità di diossina superiori a 110 kg (85 g di diossina immessi nel sistema idrico di Washington sarebbero sufficienti a sterminare l'intera popolazione della città).

Furono riferiti casi di neonati con orrende deformità; si triplicò il numero di bambini nati con fenditure nel palato e spina bifida, raddoppiò quello dei nati morti.
Per giustificarsi di fronte alle prove sempre più schiaccianti portate dai medici di Saigon sulle armi batteriologiche, il Pentagono dichiarò che l'utilizzo di agenti chimici per distruggere le vegetazione non violava alcun accordo internazionale. Ma era ovvio che gli effetti dei defolianti andavano ben oltre quelli di diradare la giungla.

I pacifisti cercarono con ogni mezzo di far cessare l'uso dell'Agente Arancio. Classificata "ripugnante per la coscienza dell'umanità", la guerra batteriologica divenne una pratica illegale nel 1977 con la Convenzione sulle armi batteriologiche.