L'Apartheid

Nella lingua africaner il termine apartheid significa "separazione" e indica la divisione razziale che regolava le relazioni tra la minoranza bianca e la maggioranza non bianca della popolazione sudafricana. L’ Apartheid quindi è stata una politica di segregazione razziale adottata in Sudafrica nel 1948 dopo la vittoria del Partito nazionalista (NP).

Con l'apartheid i cittadini erano divisi in tre principali "razze": bianchi, i neri africani e le persone con discendenza mista. Successivamente venne istituita una quarta categoria per gli asiatici (indiani e pakistani). Le leggi prescrivevano i luoghi in cui ciascun gruppo poteva vivere, il tipo di lavori che poteva svolgere e il tipo di scuola alla quale poteva accedere. Erano proibite quasi tutte le relazioni tra "razze" diverse: a tale scopo venivano divisi i luoghi pubblici nei quali c'erano locali per bianchi e locali per non bianchi. Naturalmente i non bianchi erano anche esclusi da ogni forma di rappresentanza politica.

Gli oppositori dell'apartheid furono perseguitati e il governo arrivò a trasformare il Sudafrica in uno stato di polizia. La segregazione razziale fu contrastata dall'African National Congress (ANC), il partito di Nelson Mandela. La Costituzione del 1984 estese però la rappresentanza parlamentare agli asiatici e alle persone con discendenza mista, ma non ai neri, nonostante costituissero più di tre quarti della popolazione.

rielaborazione di Matteo Cavallotti da  Encarta Enciclopedia. 2002 Microsoft Corporation.