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PARLARE ALLA RADIO Anche se con una certa difficoltà, rispetto al cinema e alla televisione, in radio è possibile rappresentare stati d’animo. Nel caso della radio, a differenza del cinema e della televisione, all’ascoltatore è lasciato un più largo margine di interpretazione e di fantasia, che implica una partecipazione più attiva per la messa in moto dei processi interiori. I caratteri principali del linguaggio radiofonico sono: Comprensibilità è la capacità da parte di chi ascolta di interpretare correttamente i messaggi del soggetto promotore. La comprensibilità è massima solo se promotore e recettori condividono lo stesso codice linguistico. E non è scontato, visto che, in Italia, i sondaggi statistici, effettuati al fine di rilevare il grado di comprensibilità di vocaboli comunemente in uso nei mezzi di comunicazione di massa, hanno dato risultati sconcertanti. Parole di uso frequente come legislatura, mozione, emendamento, potere esecutivo, rimpasto, inflazione, dicastero hanno dato valori bassissimi di comprensibilità, indipendentemente dall’età, dal sesso e dal grado d’istruzione degli intervistati. Può accadere anche che il messaggio non venga correttamente interpretato o che non venga interpretato affatto, perché il recettore rifiuta la notizia se questa è contrastante con le sue idee o convinzioni (per es. politiche o religiose). Se il rifiuto non è totale, si possono verificare due tipi di distorsione: il recettore sceglie del messaggio sgradito solo quei punti che concordano con le sue opinioni preesistenti, prescindendo dal contesto, oppure seleziona la parte che pensa di poter rifiutare più agevolmente. Secondo il sociologo Kappler l’ascoltatore è portato a prestare maggiore attenzione alle notizie che riflettono le sue opinioni e meno attenzione alle altre. |
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