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Il risveglio delle coscienze in genere non è considerato un fine di per sé. È concepito come una premessa, la premessa necessaria all'avvio di una qualche azione. Un'immagine è come un appello a fare qualcosa, non soltanto a sentirsi turbati. Indignati. L'immagine dice: basta; intervenite, agite. E in un certo senso, ed è importante, è questa la risposta corretta. Perché ci dice che situazioni del genere sono provocate dall'uomo, non sono inevitabili. Immagini di questo tipo non dovrebbero essere oggetto di contemplazione, come la Passione di Cristo.

Indicare una situazione infernale, chiaramente, non ci dice nulla su come tirar fuori le persone da quell'inferno, come placarne le fiamme. Tuttavia vorrei suggerire che è una cosa buona di per sé riconoscere, allargare la propria consapevolezza di quanta sofferenza vi sia nel mondo che condividiamo con gli altri. E che una persona che si sorprenda perennemente dell'esistenza della depravazione, che continui a sperimentare il disinganno (o anche l'incredulità) di fronte all’evidenza di quello che gli esseri umani sono capaci di infliggere ad altri esseri umani sotto forma di crudeltà raccapriccianti, efficienti, non ha raggiunto una maturità morale o psicologica.
Nessuno dopo una certa età ha diritto a questo genere di innocenza, di superficialità, a questo livello di ignoranza, di amnesia.

Noi, ora, abbiamo a disposizione una tale collezione di immagini che ci è più difficile persistere in questo tipo di manchevolezza morale. Lasciate che le immagini atroci ci perseguitino. Anche se sono solo simboli, e non possono in nessun modo racchiudere la gran parte della realtà cui si riferiscono, tuttavia svolgono una funzione vitale. Le immagini ci dicono: tenete a mente questi avvenimenti.
Il fatto che non ne veniamo completamente trasformati, che possiamo girarci, voltare pagina, cambiare canale, non contraddice il valore etico dell'immagine-aggressione. (Non è una mancanza non soffrire abbastanza alla vista di queste immagini dolorose). E neppure il fatto che una fotografia non possa rimediare alla nostra ignoranza sulla storia e sulle cause della sofferenza che essa mette in risalto e incornicia. Vedere una cosa sotto forma di immagine costituisce un invito a osservarla, a imparare, a partecipare. Le fotografie non possono sostituirsi a noi nell'elaborare una risposta morale, intellettuale. Ma possono darci la spinta per iniziare.

LA FONTE
Susan Sontag da Troppo umano. La giustizia nell’era della Globalizzazione , Piccola biblioteca Oscar Mondadori, Maggio 2005.
DIZIONARIO.
RIEPILOGO
  • 1827: prima fotografia, di Niepce, ottenuta utilizzando nella camera obscura una lastra di peltro a sali d’argento.