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LE CAMERE DIGITALI

Le odierne tecnologie hanno finito con il trasformare la fotografia e il concetto stesso di fotografia.
Le macchine digitali costituiscono una vera rivoluzione: non necessitano di pellicola, non richiedono la camera oscura e consentono al fotografo, al momento dello scatto, di visionare le immagini.
La foto digitale non è più costituita da un negativo, ma da un file, cioè un insieme di informazioni numeriche. La pellicola è sostituita da uno strumento elettronico chiamato sensore di immagine, il CCD (Charge Copuled Device, "dispositivo ad accoppiamento di carica"). Il CCD riceve e legge i segnali ottici e li decodifica "digitalizzandoli" trasformandoli cioè in bit, unità numeriche.
I segnali vengono poi compressi e registrati su una memoria (normalmente rimovibile) che prende il nome di PCMCIA (Peripheral Component Microchannel Interconnect Architecture).
Il CCD "legge" la luce e la trasforma in bit, la PCMCIA immagazzina i dati.
La memoria rimovibile è poi collegabile al computer dove le fotografie digitali prima di essere stampate possono essere trattate da programmi di grafica che consentono una grande libertà di ri-elaborazione e di ritocco.
Le immagini possono essere visualizzate anche su un normale schermo televisivo.

LA FONTE
Rielaborazioni di Layla Conti da Mario Prassone, Breve storia della fotografia. Biblioteca Civica “Farinone Centa”, Varallo Sesia, Vercelli 2007.
DIZIONARIO.
RIEPILOGO
  • La macchina digitale non ha più la pellicola
  • La macchina digitale non richiede più la camera oscura
  • La macchina digitale diventa un oggetto integrato con il computer