Negli ultimi anni le tecniche agricole si sono sviluppate in modo diverso nei vari paesi in base alle capacità economiche dei proprietari terrieri. Con lo scoppio della rivoluzione agricola contemporanea, avvenuta nei paesi industrializzati, gli agricoltori hanno avuto la possibilità di utilizzare trattori e altri macchinari agricoli tecnologicamente avanzati, che hanno consentito di coltivare dei terreni molto vasti con l’impiego di minor manodopera. L'agricoltura moderna si basa su una selezione accurata di piante e animali molto produttivi che danno un alto rendimento. In alcuni Paesi in via di sviluppo si è imposta la rivoluzione verde che si basa sulla selezione di piante ad alta produttività e sul largo uso di fertilizzanti e prodotti chimici che aumentando notevolmente la produttività dei terreni ha contribuito ad una crescita delle disponibilità alimentari e quindi della popolazione. Nonostante tutto ciò, la maggior parte dei contadini nel mondo lavora ancora la terra manualmente con l’utilizzo di pochi strumenti molto semplici. Questa agricoltura manuale ha un risultato poco redditizio e insufficiente per poter sfamare le popolazioni che la praticano. Non ci dobbiamo quindi sorprendere se i tre quarti degli individui malnutriti, a livello mondiale, sono contadini poveri. Nel 2050 la popolazione sarà notevolmente aumentata raggiungendo i 9 miliardi. Per poter sfamare questa popolazione si dovrà raddoppiare la produzione agricola mondiale, triplicare quella dei Paesi in via di sviluppo e quintuplicare quella dei Paesi poveri, in particolare dell’Africa. Ultimamente, per facilitare l’aumento della produzione agricola, sono stati sperimentati degli organismi geneticamente modificati, i cosiddetti OGM, che però sono ancora in fase di studio, poiché nocivi e pericolosi per la natura e per l'uomo. Inoltre i contadini poveri non potranno farne uso perchè costano molto. L’unica soluzione possibile è quella di equilibrare i prezzi del mercato a livello mondiale e renderli equo-sostenibili per tutte le popolazioni. Riccardo Rogolerio
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