UNA
PERIODIZZAZIONE SUI DIRITTI
Una periodizzazione sui diritti può seguire un criterio fondato sui
tempi della loro concretizzazione individuando diritti di prima, seconda,
terza e quarta generazione. Ma se assumiamo come chiave di lettura della
storia una dimensione planetaria e se non vogliamo escludere le donne
dalla storia è certamente meglio seguire un altro criterio e
attenersi alla loro universalità. La prima considerazione che dovrebbe
essere ovvia è che le dichiarazioni dei diritti dell'uomo vanno prese alla
lettera. Diritti dell'uomo e non già del genere umano. Quindi la loro
universalità decade dinanzi all'esclusione dell'intero genere femminile.
Da questo punto di vista potremmo vedere queste rivoluzioni come il
compimento di un processo e non solo l'avvio di una nuova fase della
storia. Un processo che ha inizio con le monarchie nazionali quando il
potere regale, "lo stato", definisce la sua autonomia, dalle pretese
ierocratiche dei Papi, fissando una nuova sacralità fondata sul
"politico" e sul "diritto": la dinastia, la corona, lo Stato, entità
invisibili che trascendono gli esseri viventi che si avvicendano
perennemente nel significarle.
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DOCUMENTI FONDATIVI |
In questi documenti le teorie filosofiche, i diritti pensati, si traducono in principi regolatori dello stato e si proiettano in un modello di società che deve essere composta di uomini liberi, eguali fra loro dinanzi alla legge, sottomessi solo alla "Legge" che deve essere espressione della volontà generale. | ||||||||
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Istituzione di un vero
e proprio sistema dei diritti (dal XIX secolo alla Seconda Guerra Mondiale)
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‘In questo passaggio
l’affermazione dei diritti dell’uomo acquista in concretezza ma perde in
universalità ‘ (Norberto Bobbio. op. cit.
p. 23) I diritti divengono effettivamente protetti ma valgono solo nell'ambito dello Stato che li riconosce. | ||||||||
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"L'affermazione dei diritti è insieme universale e
positiva
"(Ibidem
p.23)
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